La sala era gremita. Tra i tavoli, tutti occupati, i camerieri si muovevano lesti, ma discreti, attenti a soddisfare ogni richiesta dei clienti, senza disturbare le loro conversazioni e lo spettacolo musicale che si svolgeva al centro del locale.
Le luci, basse e soffuse, rivestivano di un alone lattiginoso corpi e arredi, mentre le note dello swing saltellavano ritmate e gioiose negli spazi vuoti, mescolandosi a chiacchiere, risate, tintinnii dei bicchieri.
Dall'alto della scalinata di accesso al locale, avvolto dall'aroma intenso della Gauloises tra le labbra, il proprietario si godeva soddisfatto la scena.
L'ennesimo successo del suo locale au grand complet.
Aveva appena riposto in cassaforte parte dell'incasso della serata e più tardi avrebbe aggiunto i proventi della sala da gioco.
Era ricco! Circondato dal lusso, da gente pronta a scattare a un suo comando, a compiacerlo in cambio della sua protezione. Ogni desiderio soddisfatto.
Sua anche la donna sensuale che cantava e ballava in quel momento e che aveva lasciato da poco il caldo rifugio delle sue braccia.
La voce di lei, nera, calda, profonda, stava cantando Sunday.
Il suo corpo, lucida liquirizia avvolta nella seta rossa, si muoveva vibrante e sensuale. La mano batteva il tempo sul fianco, le gambe eseguivano passi di danza: secondo, quarto tempo, tre passi a destra, un volteggio, altri tre passi.
Un uomo si era alzato dal tavolo. Salite le scale, gli passò accanto, probabilmente diretto alla sala da gioco. Non ci fece caso, gli occhi fissi sulla dea bruna.
Quella notte trovò la cassaforte aperta e vuota.
Qualcuno aveva scoperto la combinazione: 2-4-3-1-3.