Maddalena Serazio
La Iena di San Giorgio

La Iena di San Giorgio
Prezzo Fiera 18,00
Prezzo fiera 18,00 e la storia continua...

Grazie a una meticolosa ricerca storica ampiamente documentata, l’Autrice racconta la storia di Giorgio Orsolano, detto la Iena di San Giorgio, salito agli onori delle cronache per l’efferatezza dei delitti commessi e la crudeltà che l’hanno contraddistinto. Per questo motivo, ancora oggi Giorgio Orsolano viene considerato un vero e proprio serial killer dell’epoca.
E la storia continua con un’altra truce vicenda rimasta sepolta negli archivi di Aix-en-Provence. Stiamo parlando di Antonio Galetto detto “Antoine” e nipote della Iena, che nella Provenza della seconda metà dell’Ottocento ha lasciato un segno indelebile per gli orrendi crimini commessi insieme ai componenti della “Bande de la Taille” di cui ne diviene uno dei capi.
Sullo sfondo, la storia di Margherita, figlia di Giorgio Orsolano e madre di Antoine, una donna che vive costretta tra il pesante fardello del passato e un tragico futuro che l’avrebbe nuovamente e dolorosamente segnata.
Un racconto avvincente, in cui Giorgio, Margherita e Antoine rivivono grazie all’abilità narrativa dell’Autrice e alla sua capacità di ricreare atmosfere e penetrare nell’animo dei protagonisti.

Primo capitolo

Prefazione

In una vetrina del Museo di Anatomia umana di Torino è esposto un calco in gesso della testa di Giorgio Orsolano detto “la iena di San Giorgio”. È associato ad altri calchi di teste o di crani di personaggi famosi nel bene e nel male che fanno parte della collezione di frenologia, quella pseudoscienza di gran moda nella prima metà dell’Ottocento che riteneva di poter correlare le particolari tendenze e funzioni di un individuo alla forma del suo cranio. In quella vetrina, come esempio di personaggio negativo, Orsolano è in compagnia di altri criminali piemontesi famosi in quegli anni: il “Dragone di Caramagna”, impiccato nel 1835, e i quattro componenti della “Banda dei Vinattieri” o “Banda Artusio”, giustiziati nel 1850.

Come gli altri musei scientifici di antiche tradizioni, anche quello torinese è ricco di oggetti (preparati, modelli, strumenti,…) che sono in grado di raccontarci storie. Ma il caso di Orsolano è particolare, non solo per la notorietà e la stranezza - verrebbe quasi da dire l’originalità - delle vicende che ne portarono il calco della testa a far parte delle collezioni del museo, ma anche perché quell’oggetto si associa ad altri oggetti presenti nel museo e nei suoi depositi per raccontarci la sua storia. Del calco, infatti (caso unico tra i pezzi di quella collezione), è conservata la matrice in gesso, composta da cinque parti. Inoltre, nell’inventario dei Crani esistenti nell’Istituto Anatomico di Torino, redatto a fine Ottocento, al n. 2 è citato Orsolano. Il cranio dovrebbe quindi essere presente nelle collezioni del museo, ma non è stato ancora identificato. Sono invece stati ritrovati tre negativi su lastra di vetro che lo raffigurano, sul cui frontale si legge la scritta Orsolano. Nell’Archivio storico del Museo, poi, vi sono due disegni a matita della testa di Orsolano firmati Chatron pinxit. Joseph Antoine Chatron, medico e pittore, era stato allievo di Filippo De Michelis, docente di Anatomia all’Università di Torino, e fu De Michelis l’anatomico che sappiamo procedette con alcuni colleghi all’autopsia di Orsolano nel cimitero di San Giorgio, ne staccò la testa e la portò a Torino. Ancora a San Giorgio, o più tardi a Torino, Chatron fece i disegni e realizzò il calco, la cui matrice rivela la competenza di una persona con formazione artistica. Inoltre, di De Michelis il Museo possiede un ritratto olio su tela firmato Par son élève Chatron. Questa serie di oggetti museali che interagiscono strettamente tra loro si è arricchita nel 2003, grazie alla generosità del signor Battista Aghemo di San Benigno Canavese, di un dipinto a olio su tavola lignea realizzato da Luigi Ruatti nel 1835, definito sul retro “La iena di San Giorgio, unico ritratto [sic] esistente del Ruatti di Cuorgné”, raffigurante la scena dell’impiccagione, nel quale si vede la forca con il condannato e il boia, presso la chiesa di Sant’Anna, con sullo sfondo la Basilica di Superga. Nella parte alta del dipinto è ritratto Orsolano, caratterizzato dalla mancanza dell’occhio destro, particolare evidente nel calco e che risulta dai documenti. Una copia del dipinto è ora esposta nel Museo Lombroso, riallestito nello stesso edificio, a lato di una forca analoga a quella su cui fu impiccato Orsolano.

L’interesse della storia di Orsolano era già stato sottolineato da tempo grazie al testo di uno spettacolo di marionette scritto da Guido Ceronetti e pubblicato nel 1994, dal titolo La iena di San Giorgio. Tragedia per marionette, nel quale il protagonista della vicenda viene chiamato non Giorgio Orsolano bensì Barnaba Caccù. In questi ultimi anni le ricerche sviluppate grazie all’impegno di Maddalena Serazio hanno arricchito grandemente la documentazione sul personaggio e sulla sua storia, portando nel 2003 alla pubblicazione, in collaborazione con Maurizio Bonfiglio, di La iena di San Giorgio. La vera storia di Giorgio Orsolano. Un serial killer piemontese.

Il presente volume ripropone quelle notizie, ma è ampiamente arricchito da altre informazioni dovute a nuove ricerche e a nuove collaborazioni. Un volume, questo, prezioso per ricostruire una storia canavesana che a suo tempo ebbe grandissima risonanza, ma importante anche per il Museo di Anatomia di Torino che conserva testimonianze materiali collegate a quelle vicende, il cui interesse è accresciuto dalle ricerche qui pubblicate.

Giacomo Giacobini

Professore emerito di Anatomia umana

Direttore scientifico del Museo di Anatomia umana

Università di Torino

Specifiche

  • Pagine: 378
  • Anno Pubblicazione: 2018
  • Formato: 16x23
  • Isbn: 9788897613800
  • Prezzo copertina: 18,00

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