Il racconto

Buon San Valentino

Doveva essere più prudente. Questa volta aveva proprio esagerato. Lei glielo aveva ripetuto più volte, a brutto muso: non era più disponibile a perdonarlo e non avrebbe più sopportato le sue violenze.

Le aveva assicurato che sarebbe cambiato e la baciava sulle ferite e sugli ematomi per dimostrarle il proprio amore. Lei era titubante: sapeva che quell’amore era malato e che l’avrebbe portata alla rovina. Poi lui la prendeva tra le braccia e dimenticava tutto.

Questa volta, però, aveva oltrepassato ogni limite e lei aveva detto basta.

Ma oggi era San Valentino e un bel regalo avrebbe messo le cose a posto ed evitato pericolose telefonate. L’avrebbe stupita con un regalo originale. Inaspettato.

Scese nel piccolo centro storico, così singolare con quelle vie strette, incassate tra le case aguzze, osservò con attenzione le numerose vetrine, illuminate a festa, ed entrò in un negozio di intimo. Scartò tutti i capi che, via via, gli venivano proposti e, alla fine, acquistò un costoso completo di raso, impalpabile e morbidissimo. La commessa lo infilò, maliziosa, nella bellissima scatola rossa a forma di cuore, chiudendola con un enorme fiocco dello stesso colore e un rametto delle prime mimose.

Ma non era questo il regalo che aveva pensato per lei. Troppo scontato. Anche se a lei piaceva da morire indossarlo e lasciarselo strappare dalle sue mani esperte. Finché non diventava violento.

Una magnifica chitarra classica: ecco il regalo per lei.

Sere prima lei l’aveva convinto ad accompagnarla a un concerto di chitarra e violino del grande Niccolò Paganini. Si frequentavano da poco e non immaginava che le piacesse la chitarra. “Mi sono laureata al Conservatorio”, gli confidò, felice di avergli fatto una sorpresa. Nell’aperitivo, organizzato per il dopo concerto, gli amici la obbligarono a suonare la prima parte solista del “Concierto de Aranjuez”, con la chitarra spagnola. Fu commovente la padronanza dello strumento che lei ancora conservava. Non era più la succube che lui dominava ma una forza della natura. Insomma, aveva in casa una virtuosa della chitarra e non lo sapeva.

Conosceva un vecchio liutaio e si fece consigliare quale chitarra acquistare. Alla fine si decise, pagando una cifra spropositata, per una chitarra con la cassa armonica in abete rosso. L’artigiano lo aveva rassicurato che il suono di quell’abete superava di gran lunga quello di qualsiasi chitarra in cedro. Per di più gli aveva regalato una edizione proprio del 1939 del “Concierto de Aranjuez”. Una rarità dal valore inestimabile. Di sicuro lei avrebbe apprezzato la finezza.

Fischiettando superò il giardino ben curato e infilò la chiave nella toppa. Aprì la porta e se la ritrovò davanti che l’aspettava. Non fece in tempo ad aprire la bocca per la meraviglia: una scarica di pallettoni lo colpì in pieno viso e cadde nel bel giardino fiorito, a braccia aperte, con i regali ancora in mano.

Anche lei gli aveva fato un regalo per San Valentino: un bellissimo e micidiale fucile Beretta da caccia a canne sovrapposte. Per sicurezza gli sparò anche il secondo colpo all’addome, facendolo sussultare.

«Buon San Valentino, amore mio», gli augurò, soddisfatta.

Si chinò, raccolse i due regali e rientrò fischiettando in casa.

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