Francesco Rosati
GRUPPO DEL MONTE GIOVO

GRUPPO DEL MONTE GIOVO
Prezzo Fiera 9,00
Prezzo fiera 9,00 Escursionismo sul crinale dell’Alto Appennino Modenese dal Passo delle Radici al Passo di Foce a Giovo

Escursioni anche meno conosciute e frequentate. Dalle descrizioni naturalistiche a quelle dettagliate dei sentieri Cai, dalle passeggiate tranquille ai sentieri più impegnativi, anche invernali con ciaspole o racchette da neve.

Primo capitolo

1

 

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO-FISICO

 

1.1 Posizione geografica, confini, caratteristiche

L’Appennino Modenese fa parte della sezione settentrionale della catena appenninica. In particolare, è una parte dell’Appennino Tosco-Emiliano, che è compreso tra il Passo della Cisa, nel parmense, e la Valle del Reno, nel bolognese.

Secondo Carton (O.l.alb.) l’alto crinale appenninico tosco-emiliano si può dividere, su base orografica, in tredici settori. In questa guida vengono descritti sostanzialmente il nono ed il decimo settore: il gruppo del Monte Albano –tra il Passo delle Radici e la Bassa del Saltello- ed il Gruppo del Monte Giovo vero e proprio, tra la Bassa del Saltello e il passo di Foce a Giovo. Inoltre, viene descritta anche una piccola porzione, la più occidentale, della catena culminante nell’Alpe delle Tre Potenze (figura 1.1.1).

Più in dettaglio, i confini dell’area trattata sono i seguenti.

A nord il paese di Pievepèlago e la Valle del Rio Perticàra, con la strada che da Pievepelago sale al Passo delle Radici.

Ad ovest, sud-ovest e sud, il lungo tratto del crinale tosco-emiliano che divide la provincia di Modena da quelle di Lucca e Pistoia, dal Passo delle Radici alla cima Femmina Morta.

Ad est e nord-est, il crinale Femmina Morta-Balzo delle Rose (anch’esso confine tra il modenese e la Toscana), la Valle delle Pozze e la Valle dello Scoltenna tra Dogana e Pievepelago.

In parte in automobile, in parte a piedi, è possibile quindi compiere il circuito completo dell’area trattata, con partenza ed arrivo a Pievepelago (figura 1.1.2).

Tra il Passo delle Radici e la Bassa del Saltello vi è il gruppo del Monte Albano. Si tratta di un crinale le cui elevazioni erbose emergono dai vasti boschi di faggi che le ricoprono, dalle pendici fin quasi alle sommità. Le altitudini sono relativamente modeste: il punto culminante è l’Alpe di San Pellegrino, 1700 m s.l.m. , mentre il Monte Albano tocca quota 1695 m. A nord e nord-est cadono ampie fiancate boscose verso la Valle del Rio Perticara e le case di S. Anna Pelago. 

Il Gruppo del Monte Giovo vero e proprio, tra la Bassa del Saltello e Foce a Giovo, può essere diviso in diversi sottogruppi: la cresta Monte Romecchio-Cima dell’Omo, l’isolato Monte Nuda, infine il cuore di questa regione montuosa, l’imponente catena Giovo-Rondinaio.

Dalla Bassa del Saltello al Colle Bruciata il crinale inizia ad avere un aspetto più imponente, con cime più alte e qualche affioramento di rocce arenacee. In questo tratto svetta in altitudine la Cima dell’Omo 1858 m.

Il Monte Nuda, 1774 m s.l.m. , è una cima solitaria a nord del Monte Giovo, diviso da quest’ultimo dall’intaglio del Passo Boccaia; è compreso tra le valli delle Fontanacce, del Perticara e delle Tagliole, e sovrasta proprio il villaggio di Tagliole. Il toponimo, molto diffuso in tutto l’Appennino emiliano, è dovuto alla spaziosa sommità priva di alberi, ma con un fitto tappeto di graminacee. Le faggete ne ricoprono invece le basi in ogni suo versante.

La catena Giovo-Rondinaio culmina nelle due vette più elevate dell’ intero gruppo montuoso: il Monte Giovo, 1991 m s.l.m. , ed il Monte Rondinaio 1964 m (figura 1.1.3). Si tratta di uno dei massicci più interessanti di tutto l’Appennino Settentrionale. Il paesaggio è imponente, con quattro importanti circhi glaciali -ben conservati- i celebri laghi Santo, Bàccio, Turchino e Torbido, e numerosi affioramenti di roccia arenacea (Formazione Macigno) che danno luogo a spettacolari picchi e pareti. Si può certamente affermare che questo è il “cuore roccioso” della Provincia di Modena. In generale, tutto il tratto di crinale dal Monte Giovo a Foce a Giovo è accidentato, con l’elevazione della Grotta Rosa (anticima sud-est del Giovo), e le cime dell’Altaretto, della Porticciòla e della Borra al Fosso. Per l’escursionista è il percorso più impegnativo tra quelli qui descritti.

Il versante destro orografico della Valle delle Tagliole appartiene già alla catena dell’Alpe delle Tre Potenze.

In questo libro sono prese in esame le cime del crinale che divide la Valle delle Tagliole dalle valli di Luce, delle Pozze e dello Scoltenna (a nord e nord-ovest di Fiumalbo). Subito ad est della Foce a Giovo si eleva la caratteristica cima della Femmina Morta 1881 m. A nord di questa, la cresta digrada costantemente in altitudine, con pochi tratti rocciosi e con le elevazioni del Balzo delle Rose e del Monte Modìno; quest’ultimo presenta una scarpata di roccia piuttosto alta nel suo versante sud-occidentale.

Specifiche

  • Pagine: 160
  • Formato: cm 17 x 24
  • Isbn: 978-88-7549-276-2
  • Prezzo copertina: 12,00

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