Carlo Piola Caselli
Il giovane cavaliere sul siluro

Il giovane cavaliere sul siluro
Prezzo Fiera 7,00
Prezzo fiera 7,00

Pagine veraci in grado di “farsi pane per gli essere umani”.
Documento di un’epoca e storia di un duplice riscatto: per un giovane fatto arrestare ingiustamente per un vero atto cavalleresco e per la condizione della donna in generale. Un libro che oltre a farsi portavoce delle tragiche vicende di persone e personaggi vissuti durante la seconda guerra mondiale riesce a essere sempre attuale per la denuncia delle violenze che in ogni epoca sono state perpetrate ai danni della donna, ma anche perché evidenzia le difficoltà alle quali va incontro chi desideri mettere in atto una concreta solidarietà nell’ambito del luogo di lavoro, opponendosi al l’arroganza di alcuni che  detengono il potere.

Gustav Jung, di Alfred Adler e di altri, ci sarebbero da fare molte elucubrazioni per aver altrettante spiegazioni di ciò che frullò tanto nel conscio e nel subconscio di Ugo quanto in quelli del suo principale; il Lantieri che, invece di iniziare a corteggiare la ragazza, tutto compreso dall’imperativo del proprio “io” e della propria posizione dominante di responsabile-irresponsabile l’aveva braccata nel modo più disdicevole, si era ritrovato scoperto e per di più a fare una doppia figuraccia, di fronte ai giovani e alle giovani, non solo poiché non era riuscito nel suo intento, ma anche perché la bella Saura gli era sfuggita dalle mani come un’anguilla, andando a rifugiarsi tra le braccia di un bravo giovane. Questo sbarbatello, anche se ottimo silurista, aveva preteso di fare a lui la morale, di fronte a tutti, accusandolo di molestie sessuali nei confronti della sua collaboratrice. Il gesso, la lavagna, il siluro, il siluripedio, i bagni trasformati da maschili a femminili, la scogliera, la stanzetta, la scritta, i diagrammi, son tutti elementi maschili e femminili che combaciano e confliggono tra di loro. Perché lei è corsa da Ugo e non da una collega a sfogarsi? Per metterlo alla prova? Il Lantieri, facendolo arrestare (per un episodio che egli sapeva benissimo originato non da un fatto politico ma di protesta contro il suo comportamento e le sue vessazioni, oltre che di malcontento generale per come gestiva il personale dello stabilimento), dimostra il rigurgito di tutta la sua laidezza morale e materiale, oltre alla sua vigliaccheria, liquidando così la faccenda, caricando pesantissime accuse sul groppone del collaudatore, mostrando in questa maniera alle maestranze tutto il proprio potere di superuomo, palesando una mente veramente diabolica. Una vendetta perfetta, maturata per di più in pochi istanti? O forse covava già del rancore per il giovane, essendo lievitata un’amicizia tra Saura e Ugo? L’aveva assegnata a lui, avendolo preso per un ragazzino, invece egli nell’affrontarlo ha dimostrato lealtà e coraggio. Si innesta così il tema della violenza morale e materiale, quindi vessatoria, sulle donne sul posto di lavoro, dove non tutte trovano un cavaliere pronto a difenderle, a consolarle e a fare delle ardite rimostranze. Un altro aspetto importante da prendere in considerazione è che, in un sistema fortemente verticistico, chi cada in disgrazia o, comunque, abbia o abbia avuto un diverbio col vertice, potrà avere in quel contesto occhi di compassione dai colleghi e dalle colleghe, ma nessuna parola di conforto in merito. Questo è l’aspetto più amaro.


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