PAOLA FANTIN
IL PAESE DI LAMP

IL PAESE DI LAMP
Prezzo Fiera 11,20
Prezzo fiera 11,20

“Il Paese di Lamp” è un piccolo romanzo nato per portare la Magia nel nostro mondo e il mondo nella Magia, come nelle più classiche fiabe. Protagonista è Lele, un bambino che frequenta le scuole medie nella caotica città di Nolami, nella quale tutto è normalmente confusione, inquinamento e velocità. La vicenda ha inizio una mattina nella quale Lele arriva tardi a scuola e resta rinchiuso nello sgabuzzino delle scope. In questo luogo così umile e dimenticato, si aprirà una porta magica su di un mondo straordinario e parallelo, Lamp. Aiutato da En – come nelle migliori storie a lieto fine, l’eroe potrà vincere grazie all’aiuto del suo alter ego al femminile –, Lele si troverà catapultato in un Paese che è il
contrario di tutto rispetto al nostro, ma in meglio! Accanto a elfi, ondine, alberi parlanti e inventori bizzarri, scoprirà il rispetto della natura, la tecnologia al servizio dell’Uomo, il recupero della dimensione tempo, la comunità solidale e tanti piccoli trucchi per vivere bene ogni giorno, spendendo poco e salvaguardando l’aria, l’acqua, la terra. “Il Paese di
Lamp” è un romanzo per insegnare ai ragazzi come e quanto il nostro mondo potrebbe essere migliore, anche grazie al loro contributo.

Primo capitolo

La misteriosa lavagna

Non ne poteva più di correre a perdifiato ma il bus aveva deciso di guastarsi proprio quel giorno, a pochi metri dalla scuola! Lele sapeva solo una cosa, adesso: doveva correre, perché Mister Bolero, il bidello, avrebbe chiuso le porte alle otto in punto. Il bus pubblico aveva già accumulato molto ritardo, disperso nelle lunghe code chilometriche ai semafori e alle rotatorie che ormai caratterizzavano la città di Nolami. Così, Lele corse più che poté, anzi come poté. Portava sulle spalle uno zaino molto pesante che gli impediva di accelerare il passo. Aveva il fiatone quando giunse davanti al cancello della scuola, ma era già troppo tardi: il portone era ormai chiuso. Se ne stava lì, sconfortato e deluso, con le spalle piegate sotto una cartella zeppa di libri che, forse quel giorno, come ogni giorno, avrebbe utilizzato solo per metà. “A cosa serviranno mai tutti questi libri, se poi li usiamo solo a casa?” si chiedeva il bambino, sbuffando arrabbiato. In quel momento, pensò che sua sorella Catia aveva ragione. Era più grande di lui e tante volte era anche una vera rompiscatole, soprattutto quando al mattino si impadroniva del bagno e ci metteva ore per prepararsi. Catia frequentava già le superiori, era sempre molto impegnata e, sempre, con il naso sui libri. Un giorno, però, osservando lo zaino di Lele aveva scosso il capo: “I libri di scuola ormai non servono più – aveva sentenziato, mentre sbocconcellava una mela che aveva colto nel frutteto della nonna e lo guardava con aria superiore – Basterebbe inserire dei files nel computer di casa che contengono i testi di approfondimento e gli esercizi. In caso di necessità, basterebbe stampare le pagine di cui parlerà la lezione del profe e portarsele a scuola. Oppure inserire gli stessi files nei computer che usiamo a scuola. O usare dei cd o una pratica chiavetta usb! Ci porteremmo dietro i libri… senza muoverli di un sol metro. Siamo nell’era tecnologica, ormai! E’ ora che qualcuno ci pensi!” Ah, se aveva ragione! Lele sapeva che, quella mattina, non sarebbe riuscito a fare un passo in più. Era, letteralmente, senza fiato e si fermò un attimo a riposare. “Ecco perché ci fanno fare tanta ginnastica a scuola!” aveva pensato, sbuffando di nuovo.

Poi si guardò intorno. Era solo. Di Mister Bolero, infatti, nessuna traccia. Il problema, al momento, era trovare un modo per entrare senza essere visto. Perché Lele doveva entrare. Quel giorno, infatti, Miss Gardenia, la Profe di Scienza, aveva deciso di condurre tutta la classe allo zoo cittadino e Lele non era mai entrato in un Ecoparco. Sapeva che era uno zoo diverso da tutti gli altri e questo lo rendeva ancora più interessante ai suoi occhi. Qui, infatti, venivano accolti animali espulsi dagli zoo tradizionali, perché troppo vecchi o troppo aggressivi o solo perché troppo tristi. Sì, perché gli animali erano davvero tristi dietro quelle sbarre, dietro quei finti boschi e laghi nei quali venivano collocati per divertire i visitatori. Nello zoo della sua città, però, gli animali potevano scorrazzare liberi in vaste aree create appositamente per loro, dove esistevano anche spazi riservati nei quali nascondersi alla vista dei curiosi, qualora lo avessero desiderato. Era un luogo grandissimo e Lele sognava da molto tempo di poterlo visitare. Catia lo avevo già visto qualche anno prima e glielo aveva descritto come il luogo più bello del mondo, dove puoi vedere tutto quello che neppure la fantasia riesce a immaginare.

Sì, certo, di animali alla televisione ne aveva visti molti, ma non era la stessa cosa. Lui voleva vederli con i suoi occhi, guardarli mentre si muovevano o facevano il bagno, indicarli al suo amico  Mattia, annusarne l’odore, sentire mentre comunicavano tra loro – perché, lui ne era certo, gli animali sanno parlare, sono gli Uomini a non capirli -, fotografarli e poi inviare le foto via mail alle cugine che vivevano in Canada. Non si sarebbe perso per niente al mondo una gita all’Ecoparco di Nolami. “C’è solo un piccolo e insignificante problema”, pensò sbuffando una terza volta: prima, doveva entrare in classe e non sembrava un’impresa facile. Così, cominciò a perlustrare l’edificio. Cercava qualche porta socchiusa o qualche finestra aperta attraverso la quale passare. Gira che ti rigira, la sua tenacia venne premiata: la porta della caldaia era, infatti, dischiusa ed egli vi si infilò dentro lestamente, trascinandosi dietro l’enorme zaino di cui finalmente poté liberarsi, appoggiandolo alla parete. C’erano scope e strofinacci un po’ dappertutto ed egli avanzò, pian piano, fino a raggiungere la porta interna che lo avrebbe condotto sulla tromba delle scale.  Due rampe veloci e sarebbe arrivato in classe, in quattro e quattr’otto e senza farsi scorgere. Aveva già appoggiato un piede sul primo gradino, quando udì la voce del Director.

Specifiche

  • Pagine: 128
  • Anno Pubblicazione: 2015
  • Formato: 14,5 x 21
  • Isbn: 9788898613458
  • Prezzo copertina: 14,00

Seguici

ContaTti

Telefono 351 886 28 90

Edizioni del Loggione srl
Sede legale: Via Piave, 60 - 41121 - Modena - Italy
P.Iva e C.F.: 03675550366
Iscrizione Camera Commercio di Modena REA MO-408292


© ItaliaBookFestival è un marchio registrato Edizioni del Loggione srl