Carlo De Risio
L'oro di Stato

L'oro di Stato
Prezzo Fiera 15,00
Prezzo fiera 15,00 Le razzie dei Tedeschi nel 1939-45 oscurarono il ricordo delle ruberie di Bonaparte. I lingotti rifusi con la data di comodo 1938. Soltanto l’Italia non riuscì a mettere al sicuro le proprie riserve auree.

Nessun Paese si è sognato di pubblicare libri Gialli, Verdi, o di qualsiasi altro colore, sulle enormi quantità di oro, valuta pregiata, titoli negoziabili che cambiarono ripetutamente padrone, durante la Seconda guerra mondiale. Contenziosi sulle riserve auree sottratte “manu militari” e rivendicate, sono durati anni. Un capitolo a parte è quello della “fuga” dei tesori di Stato, in previsione del peggio. L’oro, dato in “cauta custodia”, dalla Polonia e dal Belgio, alla Francia, finì nel Senegal. Mentre i Tedeschi entravano a Parigi, il 14 giugno 1940, l’oro della Banca di Francia, imbarcato su navi da guerra, si trovava nelle Antille.
L’intero tesoro del Regno Unito, per un valore di circa due miliardi di Sterline, finì in Canada. Soltanto l’Italia, tra i Paesi belligeranti, non adottò alcuna misura preventiva. Alla data dell’8 settembre 1943, i lucenti lingotti si trovavano sempre nel “caveau” di Palazzo Koch e i Tedeschi andarono a colpo sicuro. Né Mussolini, in tre anni, né Badoglio, durante i 45 giorni del suo Governo, avevano dimostrato un minimo di preveggenza.

Specifiche

  • Pagine: 132
  • Anno Pubblicazione: 2020
  • Formato: 17cm x 24cm
  • Isbn: 9788875654825
  • Prezzo copertina: 15,00€

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